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mercoledì 3 febbraio 2016

Il mio segreto? - Riflessioni

Un bambino, una bambina e un cagnolino

Sembra cosa di poco conto saper stare con i giovani e i bambini trascorrendo momenti di gioia, tra scherzi e risate, qualche confidenza appena sussurrata e osservare il loro sguardo che, ansiosamente, cerca sicurezza nel mondo degli adulti.
 

A volte, quando si riesce a trasmetterla immaginando di saper bene cosa sia giusto fare, ecco che il giovane, per un breve istante, abbandona la paura e mostra di cercare un appoggio, una guida per poi, velocemente, rituffarsi nel suo mondo spensierato.
 

Quando mi chiedono quale sia il mio segreto, perché i giovani si sentano a loro agio e del tutto tranquilli in mia compagnia, non so cosa rispondere perché neppure io l’ho compreso.
 

So soltanto che non è stato sempre così: ho dovuto lavorare molto su me stessa, far pace con la parte infantile ferita da ricordi dolorosi e, solo allora, mi è venuto facile avvicinare i piccoli senza alcun timore.
 

Con essi rivivo quegli anni di scoperte sensazionali, quando tutto sembrava incredibile e da ricordare, quando il futuro non nascondeva nulla di spaventoso e la vita procedeva lentamente, ora dopo ora.
 

Il punto di vista di un bambino è confortante, una sferzata di vitalità gioiosa e, stargli accanto, ci aiuta a preservare l’innocenza dell’animo.

©Flory Brown  
(Pubblicazione: 3feb2016)

venerdì 25 aprile 2014

Rifless. - Nessuna Definizione!

Per me stessa non voglio definizioni!
 
Non sono soltanto quella stravagante, simpatica, prepotente, allegra e "lucidamente consapevole", come si suole appellarmi.

E' così misterioso il mondo interiore di ognuno che non conviene perdersi in pensieri e discorsi complicati, alla vana ricerca di una definitiva spiegazione sul comportamento umano.
Le ragioni di quest'ultimo s'intrecciano, convergono o si annullano a vicenda, traggono origine dal vissuto, dai desideri come dalle illusioni e si mostrano rare volte con la limpidezza della fonte più pura.

Io vedo e nascondo a me stessa ciò che sono, ogni giorno mi riscopro diversa e sempre uguale, lo stupore mi accompagna quando un'idea vivace prende forma o se la goffaggine mi strappa un sorriso.

Donna con abiti d'epoca, un cappello da giullare e una pianta verde in testa
E' una meraviglia che si accompagna al timore di quel lato inquietante che ben conosco, immersa nella natura, mi sento parte di essa, senza distinzione di valori, unica e irripetibile come quel fiore che, solo, allieta i campi d'inverno.  (Flory Brown - 25 Aprile 2014)

Image by Michael Cheval

sabato 8 dicembre 2012

Il desiderio di vivere - Riflessioni

Quadro blu con una bambina sotto la pioggia di notte
rain by cutereaper@deviantart
Quel che mi colpisce, ascoltando o leggendo della vita di chi vuole raccontarsi, è la capacità di mescolare gioia e sofferenza, restituendo al testimone un'immagine del sé perfettamente integra.
L'unione delle esperienze, come delle sensazioni che, via via, attraversano giornate senza spazio né tempo a dividerle da quel che sentiamo d’essere, è un traguardo impervio e carico di mistero.
Si tende a fissare l'attenzione sul recente accaduto, spesso sul ricordo più tormentoso, nostalgico o perdutamente felice, dimenticando l'etereo legame tra gli avvenimenti e le decisioni che ne conseguono.
A volte, una tale armonia, è percepita come leggera marea che va e ritorna, mentre scopre nuove terre ed altre ne sommerge, lasciandole annegare nell'oblio.
Non che ci si dimentichi davvero di quel che non serve più, ma è opportuno dedicarsi a ciò che ha conquistato un posto nel presente: anche se nulla è mai realmente scordato, ne svanirà il valore acquisito in un antico istante.
Un'altra straordinaria qualità dell'essere umano è quella di voler ridere pur sapendo che, presto, ritroverà il suo inferno, di solito ricorrente, talora impossibile da abbandonare e non certo per sua libera scelta!
Ebbene, pur se gli occhi vestiranno di mestizia, il desiderio di tornare a vivere fingendo un'allegria ben al di là da venire, spingerà i più accorti ad accettare la sfida che la vita, generosamente, offre ai suoi figli: riuscire a sopravvivere, sino al giorno dopo, sapendo d’aver onorato il tempo ricevuto in dono.
Non sempre, nel corso di un’esistenza, si conserva intatta la capacità di sbeffeggiare quel che chiamano "il destino" e non è facile raddrizzare il capo scrollandosi di dosso un opprimente senso di sconfitta!
Le mani accolgono una preghiera, se si è fra i fortunati, le lacrime corrono a rinfrescare un dolore bruciante senza che se ne tragga alcun sollievo. 

Può andare avanti così per giorni o mesi e imprigionare ogni risorsa, ma il cuore custodisce la volontà, la forza per fermare quel rivolo di pioggia prima che diventi torrente e lasci solo il pallido ricordo di quel che eravamo.
 
Flory brown - 8 dicembre 2012

lunedì 24 ottobre 2011

Riflessioni - Vamos Argentina

Disegno di bambina stile 'anime' e tifosa dell'Argentina

Penso alla passione di molti italiani per l'Argentina, dove dicono che la gente sia diretta e sincera, non ipocrita come da noi. Credevo fosse inevitabile indossare una maschera e recitare per il quieto vivere o rifugiarsi in una tana per sentirsi liberi... quasi quasi vado in Argentina!

Flory Brown

Image - Vamos Argentina by chiaky@deviantart

venerdì 30 settembre 2011

Riflessioni: Altruismo

Un uomo mette un mantello sulle spalle di una vecchina


Per amare nel giusto modo le persone, dando loro ciò di cui hanno bisogno e non quello che fa comodo a noi donare, innanzitutto dobbiamo voler bene a noi stessi ed è già un'utopia, poi cercare i tempi e i modi per renderci felici.
Chi è arrabbiato con la vita, chi soffre troppo non sarà in grado di essere altruista facendo il bene e ricevendone di riflesso, anzi, cercherà con tutte le forze di far soffrire se stesso e gli altri, soprattutto quelli che lo trattano con affetto.

Se essere altruisti significa adoperarsi per il piacere di dare, vorrei che la mia strada fosse affollata di individui del genere, certo non pretenderei che si annullassero per farmi una cortesia, che smettessero di volersi bene per pensare soltanto alle mie necessità.

Non vedo perché si debba criminalizzare l'esigenza naturale delle persone di sopravvivere gioendo come meglio sanno fare: se sono buone e gentili è già una gran fortuna averle accanto, ma togliere alla vita interiore il rispetto che le è dovuto significa rinnegare la sua stessa ragione di esistere.

Flory Brown - 30 Settembre 2011

Image: Altruism by sindos@deviantart

venerdì 23 settembre 2011

Riflessioni: Evviva la Tecnologia?

Non c'è dubbio ch'io ami la tecnologia, il progresso scientifico e, soprattutto, l'informatica con tutta la varietà e la ricchezza d'informazione che ci regala, ma non bisogna dimenticare che anche il cervello deve essere allenato, spesso senza l'ausilio di strumenti moderni che tendono ad impigrirlo.

domenica 16 gennaio 2011

Riflessioni: Videogiochi e dipendenza


"E' normale cercare di sfuggire al mondo reale immergendosi nei videogiochi e in internet?"

Ogni nostra scelta è dettata da motivazioni ben precise, da bisogni importanti, dal desiderio di trovare una soluzione, anche quando decidiamo di distruggere noi stessi.
Chi demonizza i videogiochi spesso rifugge dalla fantasia, si nutre di realtà perché la sa gestire, sa affrontarne i compromessi e le inevitabili sofferenze.
Non tutti hanno questa fortuna, sebbene sia preferibile riconoscere e vivere la propria personale realtà senza assoggettarsi al comune sentire che vuole omologare gli individui annullando le differenze.

Anche i videogiochi, se pur in un periodo di dipendenza, possono insegnare qualcosa, allenandoci a sopportare lo stress che deriva da una sfida, abituandoci a parlare con gli altri nei giochi di ruolo, mentre esortano a non arrenderci mai per tentare mille volte ancora di risolvere un enigma e passare il livello.

Fondamentalmente ci rifugiamo nella vita virtuale perché non troviamo il coraggio di presentarci al mondo per quello che siamo, con serenità e fermezza, atteggiamenti che porteranno gli altri ad accettarci, prima o poi, solo che questo ancora non lo sappiamo.
Durante la fase di dipendenza dai videogiochi dobbiamo sfruttare la nostra capacità di astrazione per allenarci e accrescere la fiducia in noi stessi: per il cervello non fa differenza che si tratti di situazioni vere o presunte, tant'è vero che la tecnica dello psicodramma, utilizzata in psichiatria, produce risultati definibili come "reali".

Non guasterebbe un po' di indulgenza da parte di chi ha raggiunto una certa maturità, uno spirito di adattamento spesso innato e spende parole per condannare chi è più fragile o più solo, chi coltiva il desiderio di rifugiarsi nel virtuale e nel tentativo estremo di migliorare se stesso.
  
Flory Brown - 16 Gennaio 2011
Image: Videogames_with_Blastoise_by_BullyDingo

martedì 31 agosto 2010

Riflessioni: L' Accettazione

Donna bionda in rosa con le braccia aperte
L'accettazione equivale alla rassegnazione?
Probabilmente l'effetto ottenuto da due atteggiamenti che si rassomigliano risulta lo stesso, cioè quello di non coltivare rabbia e dolore per un evento sconvolgente, una realtà interiore ineluttabile senza alcuna possibilità di fuga o rimedio.

Sicuramente prediligo l'accettazione perché mi fa sentire parte attiva nel gioco che la vita conduce per me, consapevole e positiva nel rapportarmi a ciò che non mi sarà possibile cambiare.

Quando mi trovo di fronte ad una schiacciante realtà esterna tendo a mutare me stessa, il giudizio, le aspettative, la relazione che intrattengo con questa oggettività immutabile quanto indesiderata. Nello sforzo immane compiuto per non soccombere, scopro nuove ed inattese risorse che mi fanno ben sperare per i giorni burrascosi visibili all'orizzonte.

Diversa è la strategia proposta per accogliere le peculiarità personali che l'individuo deve gestire, insieme ai condizionamenti ed alle reazioni emotive causate dall'ambiente in cui vive. Penso sia più difficile accettare le proprie caratteristiche che l'insoddisfazione di una vita infelice, la cui responsabilità viene attribuita, di volta in volta, al fato, alla sfortuna o al caso, a coloro che ci conoscono senza comprendere, alla televisione, alla politica e così via.

Analizzando alcuni disturbi della personalità possiamo soffermarci a lungo sulla pessima influenza delle cattive figure genitoriali, ma questo non porterà sollievo alcuno né, tanto meno, faciliterà la necessaria accettazione del passato.

Per far pace con esso, limitando i danni, occorre muoversi su più fronti:

--Risolvere il rapporto con le figure di riferimento per non introiettare un super-io rigido ed esigente, sviluppando un senso di colpa devastante e foriero di problemi depressivi più o meno gravi.

--Accettare, per quanto possibile, il mancato godimento di un armonioso sviluppo affettivo e osservare le proprie cicatrici evitando di esibirle o compiacersene; perseverare nella ricerca di un adeguato accomodamento, insieme al proposito di migliorare la propria condizione, pur non aspirando alla finitezza, di solito percepita come impossibile da raggiungere.

--Rifugiarsi in tutto ciò che può dare un minimo di conforto, nei limiti della decenza e del rispetto, poco o tanto che siano, del proprio corpo e della dignità personale.

--Frequentare l'ironia, un'efficace risorsa contro i pensieri tristi, l'arma capace di infrangere i propositi contrari all'alito vitale e la voglia di distruggere ogni cosa per porre fine al tormento.

Flory Brown - 31 Agosto 2010

domenica 24 gennaio 2010

Riflessioni: Il Cervello non è una "Persona Seria"!

Figura femminile alata nel cielo, sullo sfondo una falce di lunaLasciarci guidare dai sogni, pensavo, porta di certo là dove vogliamo nascostamente andare, il segreto sta nella giusta interpretazione dei loro simboli, nell'ascolto attento di un inconscio soffocato dalla ragione. Ne ero sicuramente convinta, almeno fino a qualche tempo fa, quando il dubbio si è insinuato, piano piano, spingendomi a modificare il mio punto di vista!

Mi è accaduto, infatti, d'avvertire nuovi sentimenti per una persona che frequentavo, ma che non ritenevo abbastanza importante. Sino ad allora l'avevo incontrata, durante alcuni viaggi onirici, come una figura marginale della mia cerchia affettiva, a volte persino inopportuna; improvvisamente, poi, mi sono accorta di volerle molto bene, col risultato di sognarla in nuove vesti ed avvertirne l'importanza come se si trattasse di una persona a me molto cara. Per questo affermo come sia illusorio dare credito alle intuizioni, ai nostri sogni che spesso si ammantano di un valore assoluto, quando è davvero necessario relazionarli a contesti ben precisi.

Credevo, dalle informazioni in mio possesso sino ad allora, che il mondo onirico proclamasse verità inconfessabili, desideri profondi, che mostrasse chiaramente la strada per cambiare la nostra vita, per conquistare una maggiore felicità. Tutto questo, talvolta, può forse accadere, ma più spesso dipende dalle nostre più intime convinzioni, le quali cambieranno con il succedersi degli eventi, il mutare delle stagioni, dell'età, con le avverse fortune ed il luogo che ci ospita.


Il cervello, dunque, non è così affidabile come si vuol far credere, così come noi stessi non siamo veramente persone "serie", immutabili, statiche..... diamine, che sollievo!

Flory Brown - 24 Gennaio 2010

lunedì 26 ottobre 2009

Riflessioni - Bugie consolatorie

Uno smail grande e altri piccoli, tutti sorridentiFra i paladini della verità a oltranza non v'è l'abitudine di portare conforto a chi mal sopporta il peso della realtà per addolcirla con invenzioni più o meno accettabili.

Si parla, dunque, delle "Bugie Consolatorie", le pietose fantasie spacciate per dati di fatto capaci di acquietare un cuore in tumulto.

Può accadere, ad esempio, che ci venga chiesto un parere sul nostro aspetto, un consiglio sulle spinose questioni sentimentali, una dimostrazione di simpatia che rinforzi l'autostima vacillante ed è in quei delicati momenti che dobbiamo fare scelte precise.
Vogliamo confessare l'evidenza della realtà altrui o procedere per le strade tortuose e consolatorie della menzogna detta a fin di bene?
Forse è preferibile la via della compassione, ma alcune persone sono in disaccordo e sentono l'esigenza di far male a tutti i costi sottolineando una mancanza non rimediabile, elargendo giudizi o consigli non voluti senza attendere l'occasione per affrontare il problema con tutta la delicatezza possibile.

Se è vero che non conviene fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi, allora ci troviamo in presenza di individui assuefatti al dolore che hanno imparato bene come infliggerlo e sempre in cerca di persone fragili da tormentare.
Nello sguardo di questi abili torturatori si coglie l'intima soddisfazione di dominare l'interlocutore, insieme all'ansia di svelarne le debolezze, ma per quanto male possano fare, non saranno mai soddisfatti di rendere quel che hanno subito dai loro maestri.

Nell'aspra battaglia tra chi svolge il ruolo del carnefice attirando su di sé l'odio e chi viene inutilmente percosso dalle parole, anche lo spietato realista subirà la meritata sofferenza, confermando quanto sia malvisto dalla comunità e scontando, così, il suo impalpabile senso di colpa.

È inutile cercare di persuadere questi fanatici kamikaze, non servirà a niente! La spinta interiore a smascherare gli altri è invincibile giacché li distoglie dal loro intimo malessere, speriamo solo di riuscire ad evitarli così da procedere tranquillamente, consegnandoci alla benevolenza che sa ascoltare, comprendere e consolare. (Flory Brown - 26ott09)

Pubblicazione 26 Ottobre 2009 / Revisione 2 Luglio 2023

domenica 25 ottobre 2009

Riflessioni: Certi Giorni

Bambina orientale sorridente con un ramo di foglie secche rosse
È sera ormai, una giornata ricca di soddisfazioni sta per finire, si sono risolti alcuni malintesi e le più fosche previsioni, come il solito, non si sono avverate, il tutto ha il dolce sapore della felicità. 

Come se non bastassero gli attestati di stima e le dichiarazioni di amicizia, si è aggiunto l’affetto di un bimbo a conferma di quanto sia incantevole il mondo degli innocenti, sì.. proprio una bella giornata.

Qualcuno potrebbe affermare: "È un giorno da ricordare, da custodire gelosamente per il tempo in cui la sfortuna busserà alla porta." eppure non c’è un luogo speciale per i ricordi più belli, vivere l'istante è quel che conta, di ciò che verrà se ne occuperà il domani.

Certe volte taluni risvegli non sanno di niente o sono carichi di sconforto, tanto da rimettere il capo sul cuscino, nascondersi sotto le lenzuola e ricominciare a sognare. 
In quelle occasioni è forse più utile aspettare, con la pazienza di chi conosce la fiducia in sé, lasciando che i minuti scorrano con esasperante lentezza fino ad un'alba più lieve. Fa parte dell'esperienza umana saper affrontare i momenti di calma stagnante, così come le facili euforie che non dovrebbero regalare un'illusione d'eternità.

Succede, poi, di gridare "Basta!", al dolore, alle sconfitte, basta alla mancanza d'amore e alle speranze perdute. Passerà anche la voglia di farla finita, di ripiegarsi nel nulla, sparirà come le nuvole passeggere d’estate.

Quando, alfine, giungerà l'ultimo battito e non vi sarà alcun domani possibile, allora non rimarrà che guardare in sé per rammentare com'è trascorsa l'esistenza: in quell'eterno istante sarà di conforto il ricordo delle carezze date e ricevute, delle gioie condivise e dei meritati successi, saranno dimenticati i giorni più tristi per inneggiare a ciò che stiamo lasciando, alla grandiosità della nostra vita che non è mai trascorsa invano. (Flory Brown – 25ott09)

Pubblicazione 25 Ottobre 2009 / Revisione 17 Giugno 2023

lunedì 21 settembre 2009

Riflessioni: Realtà o Illusione?

Ballerina classica con le ali e che balla sull'acquaIl vero Amore è nascosto dentro il nostro intimo ed è destinato, prima di tutto, a noi stessi.

Nella realtà esterna al nostro sentire esistono: "Amore" e "Non Amore", nessuna via di mezzo, nessuno che "ami a modo proprio".

Il "Non Amore" comprende un interessamento di qualche tipo con scopi ben prefissati, a volte assumendo le false sembianze del puro "Amore". E' meglio, quindi, porre molta attenzione ai nostri ed agli altrui intenti, se non altro per esserne ben consapevoli e non cadere in facili illusioni, è questo è il pericolo che corriamo a ogni passo.

La realtà non viene percepita dalla ragione, ma dalla coscienza come sincera ammissione di verità interiore che, a volte, abbiamo il coraggio di affrontare. Tale verità, oramai spogliata di ciò che bramiamo inutilmente, muta nel tempo a seconda degli accadimenti, della nostra stessa maturazione, o meglio, trasmutazione, la quale ci mostra il cammino verso una luce splendente e mai raggiungibile.

L'illusione si prefigge lo scopo di addolcire alcune verità insopportabili rivestendole di false positività o aspettative: è ormai noto come mentiamo continuamente a noi stessi e agli altri per trasformare in accettabile ciò che, per le nostri menti impreparate, sovente non lo è.

A prescindere da fatti inspiegabili, accaduti a molti di noi, è preferibile l'ascolto silenzioso della propria essenza per giungere alla percezione dell'IO e dei suoi fratelli, con l'umiltà di non saperne cogliere l'interezza, ma con il desiderio di diventarne complici.

In questo, non v'è dubbio, aiuta una natura decisamente introversa che appartiene a una minoranza: essa pone molti limiti alla vita interpersonale e alla realizzazione di ambiziosi progetti proiettati nel mondo esterno, ma ricompensa ampiamente di una vita spesa alla ricerca dell'interiorità.


L'illusione
di giungere finalmente a conoscere se stessi, ammanta di realtà le nostre burrascose giornate. (Flory Brown-21set09)
 
 
Pubblicazione 21 Settembre 2009 / Revisione 17 Giugno 2023

venerdì 19 giugno 2009

Riflessioni: Il Mistero Zen

mano con fiore di loto Lo zen è..
“L'ineffabile livello della realtà: il non verbale, non simbolico, assolutamente indefinibile mondo del concreto contrapposto all'astratto.” (Korzybski)

Vivere Zen significa abbandonare la rigida disciplina occidentale che, attraverso le sue innumerevoli regole e direttive, vuole dirigere il flusso vitale di ciascun individuo.
Per avvicinarsi a tale esperienza occorre liberare la mente dalle ideologie, dai pensieri, dai sentimenti ormai cristallizzati e privi di spontaneità che ci avvicinano, sempre più, a macchine ben programmate.

Non sembra sia possibile spiegare chiaramente questa filosofia o guidare il lettore verso una nuova interpretazione del proprio vissuto, infatti, più parole si adoperano per illustrarne i fondamenti e più ci si allontana dalla reale concretezza dell'esperienza Zen.
Visto che non ha bisogno di teorie o simbolismi per esprimere se stessa ma di essere scoperta dentro ciascuno di noi e praticata, in armonia con le altre leggi naturali, com’è possibile introdurla brevemente?
Viene in aiuto il libro "Lo Zen" di Alan Watts che insegna a comprenderlo, seppur a livello intuitivo, per poi scoprirsi entusiasti e inconsapevoli adepti.

Alcuni, pur ritenendosi saggi per via di chi li definisce tali, sono molto sensibili al fascino della vita selvaggia che nulla chiede a pensatori e filosofi, ma che procede spedita verso un’intima realtà senza mai giudicarne il valore.
Spesso amano riflettere sulle cose della vita e sul mistero dell'irrazionale divenire: abbandonandosi al flusso degli eventi, si sentono realmente vivi quando l’agire non si traduce in chiare parole, mantenendo il segreto sulle vere motivazioni da cui trae origine.

L'esperienza Zen percorre quest'ultima via: nel regno dell'intima realtà non dimora il conforto della teorizzazione, bensì la certezza di una forte e misteriosa spinta verso la luce che illumina i nostri passi.
Si può interpretare l'insegnamento Zen come una qualsiasi altra dottrina, a modo proprio, cercando in esso ciò che rende felici, soddisfacendo i più intimi bisogni emotivi.

A chi chiede:
“Cosa significa essere Zen?”,
si potrebbe rispondere:
sentirsi liberi, mangiare quando si ha fame, dormire quando se ne sente il bisogno e sorridere alla vita, dando ascolto alla voce dell'animo per rispettarlo e accudirlo.
È evidente come la libertà assoluta non sia di questo mondo: mentre ci muoviamo in un eterno
paradosso, con tenacia aspiriamo "all’Illuminazione" senza distoglierne mai lo sguardo, per quanto sembri lontana e irraggiungibile.

“Ma come nacque lo Zen?”
Fu trasmesso ai cinesi da un ruvido saggio indiano dalla lunga barba nera, si recò in Cina nel 527 A.C. e ne trasmise l'essenza non con atti o parole, ma attraverso ciò che egli fu. La sua originalità ispirò scrittori e artisti, influenzò profondamente le culture cinese e giapponese anche se, tutt'ora, non si riesce a comprenderne le motivazioni, quindi portò alla nascita dello Zen nella forma che conosciamo.

Nei monaci che lo praticano una delle caratteristiche più evidenti è il sorriso con cui affrontano la vita e accolgono il visitatore, è la gioia autentica in fondo ai loro occhi lucenti. Colpisce profondamente questo modo d'essere, così diverso da quello di ministri d'altri culti, la facilità alla risata ispira la voglia di sdrammatizzare cogliendo il lato umoristico e ci avvicina al loro mondo.

Con il desiderio di raggiungere il mitico "Nirvana" (libertà dal desiderio e liberazione dal dolore) nel quale essi sembrano morbidamente galleggiare, si può cercare una misteriosa via interiore per raggiungere la beatitudine senza scorgere il risultato e il modo per raggiungerlo.
Dopo qualche tempo ci sentiremo trasportare in un luogo immensamente felice, dove la pienezza deriva dalla fonte dell'Amore per noi stessi finalmente avvertito, nutrendocene fino alla completa soddisfazione.
Forse, per la prima volta, percepiremo la gioia che deriva dal sentirsi amati, ci colmeremo di quel bene che non sapevamo esistesse, in qualche modo lo riconosceremo come se ci fosse, da sempre, appartenuto.

Sarà un primo passo per scoprire il diritto alla benevolenza, lo condivideremo con il mondo, cammineremo tra i nostri simili unendo le esperienze per trarne giovamento e meritare, infine, il dolcissimo Nirvana.
La strada da percorrere è lunga, quasi infinita: il miglior maestro è dentro di noi, silenzioso e attento, nel mondo cercheremo qualche buon indizio, un prezioso insegnamento da chiunque sappia farcene dono, da un passato lontano o dall'assordante civiltà dei nostri tempi.

La libertà che deriva dall'essere Zen sarà modellata dalla crescente saggezza che lo Zen contribuisce a edificare. (Flory Brown - 19giu09)
 
Pubblicazione 19 Giugno 2009 / Revisione 30 Giugno 2023

sabato 30 maggio 2009

Riflessioni: Qualità della vita

Disegno infantile con colline, fiori, sole sorridenteCosa serve per migliorare la qualità della vita?

Prima di tutto una sana consapevolezza, un contatto interiore con molte delle nostre voci più o meno inconsce, ivi compreso il lato oscuro che nessuno vorrebbe avere, l’aggressività e i cattivi pensieri che ci appartengono, per quanto lo si voglia negare.

La buona qualità della vita dipende da quante bugie raccontiamo a noi stessi, da quanti compromessi accettiamo senza il coraggio di aderire ai nostri sentimenti più profondi, da quant’è grande il famigerato "Senso di Colpa" che conduce alla sofferenza, in un inconscio desiderio di espiazione.

Quindi parliamo di un’esasperata ricerca della serenità?

Sicuramente no!
Per molti non è un traguardo invitante, non potranno raggiungerla avvertendo un'inquietudine creativa, un fuoco che va e viene incantando e non sarebbero felici in una tranquilla serenità.

Cerchiamo, allora, la nostra e l'altrui verità per sapere dove e con chi siamo, un modo possibile per affrontarla modificando qualcosa o accettando l’inevitabile, insomma troviamo il famoso e scomodo "compromesso".  

Oggi sarebbe meglio chiamarlo “adattamento": valutiamo bene ogni situazione, decideremo poi come muoverci per non essere schiacciati dalla volontà altrui, dalla moda, dalle convenzioni, dall'orgoglio o dai falsi desideri e andiamo avanti così, amando davvero la nostra unica, preziosa vita. (Flory Brown – 30mag09)

Pubblicazione 30 Maggio 2009 / Revisione 18 Giugno 2023

giovedì 14 maggio 2009

Consapevolezza: un lungo cammino.

Donna davanti al tramonto nella posizione yoga del lotoGli adulti non amano ricordare cosa si provava da giovani: in uno stato di leggera fluttuazione, sembrava d'essere eterni, di poter cambiare il mondo, non si attendeva l'inevitabile cambiamento, né si scorgeva l'affascinante universo interiore che cresceva ogni giorno.
Tutto sembrava facile e scontato: i giudizi, le soluzioni, gli integerrimi principi per cui ci si batteva, i proponimenti mantenuti a ogni costo.

Questa enorme sicurezza, riscontrabile nei più giovani, non li fa sentire inferiori agli adulti, spesso smaliziati e capaci di tendere insidiose trappole verbali; occorre molto coraggio per portare avanti se stessi quando la consapevolezza di tutte le proprie capacità e dei limiti inconfessabili è ben al di là da venire.
In quei giorni eccitanti e pieni di scoperte si avverte appena la presenza dell'interiorità o dell'inconscio, sta di fatto che i fanciulli non si pongono troppe domande, si lasciano trasportare dagli eventi illudendosi di poterli influenzare profondamente.

I più illuminati trascorreranno anni a riflettere e ad ascoltare quelli che lo yoga chiama "gli abitanti interni", per poi comprendere quanto impegno, fiducia e dedizione occorrano per guardare dentro di sé, sicuri di trovare una voce amica, un consigliere che, nei momenti difficili, saprà indicare un percorso sicuro.
Col tempo si può affinare il contatto mentale col proprio corpo focalizzando l'attenzione su alcune zone, ad esempio i muscoli doloranti, per rilassarli all'istante con una efficacia e rapidità tali da sembrare impossibili.

Molto altro ancora si può esplorare per comprendere le immense potenzialità del cervello umano, ma c'è chi sceglie di fermarsi per non andare troppo lontano dalla relazione con gli altri, l'unica in grado di riscaldare un cuore solitario.

Non sappiamo bene chi siamo fin quando, l'oscurità dell'anima, ritrova la via che conduce alla coscienza. (Flory Brown – 14mag09)

Pubblicazione 14 Maggio 2009 / Revisione 2 Luglio 2023

lunedì 11 maggio 2009

Amicizia: scegliere o essere scelti?

Volti di uomini e donne, disegno etnico con tazze di caffèNon so se vi siete mai accorti di come sia importante, nell'amicizia, la scelta che ciascuno fa dell'altro. Se si è così fortunati, e non capita spesso, di scegliersi a vicenda per la simpatia, gli interessi comuni o le affinità in cui ci riconosciamo, di certo il rapporto amicale potrà crescere in armonia e serenità, ma se è solo uno dei due a scegliere per primo, le cose prenderanno una piega differente ed imprevedibile.
Se durante l'infanzia e l'adolescenza non avremo appreso a cercare la gioia nelle persone più vicine al nostro sentire, individui semplicemente affettuosi e partecipi della nostra storia e, in tal modo, ricambiati, allora rivolgeremo la nostra attenzione verso persone che, sicuramente, ci faranno soffrire, molto spesso ignorandoci completamente.Disegno di gattino tigrato che gioca con la palla
Perché si cade in queste trappole dolorose? Perché la nostra storia infantile è costellata di rapporti difficili, insoddisfacenti, che tuttavia ci hanno convinti di come quel tipo di relazione sia l'unica che ci meritiamo. Al fondo, come sempre, vi è una grande disistima, una sfiducia in se stessi, ed un unico, indelebile ricordo che cercheremo di replicare: quello di un sentimento sprecato per individui che ci calcolano meno... di una pulce nel manto di un gattino.
Se ci si rende conto di convivere con questa palese negatività, allora si può tentare di cambiare il proprio modello di vita con l'aiuto di qualche specialista o delle guide di maestri improvvisati, che imperversano nella nostra "Giungla Civile"! A volte, invece, basta porre attenzione a chi ostinatamente, con fede e con passione, vuole restarci accanto: noi non ne comprenderemo i giusti motivi, per via del feroce giudizio che abbiamo di noi stessi, eppure dovremmo lasciarci andare a questa "dolce cattura", sempre che si abbia a che fare con persone di buona levatura morale.
Essere così amati, cercati e coccolati, sulle prime ci parrà molto strano, non essendovi per nulla abituati ma, con il trascorrere del tempo, ci adatteremo a questa bella novità e finiremo col non comprendere più il disamore delle persone a noi vicine, dalle quali ci aspettiamo tenerezza e comprensione.

©Flory Brown - 11 Maggio 2009

martedì 5 maggio 2009

Perché ho aperto un blog?

La risposta è molto semplice: mi piace argomentare, scrivere di argomenti diversi, confrontarmi e crescere insieme agli altri.
Ho anche molte cose da raccontare sui progetti e le innumerevoli passioni che si succedono, catturando gran parte della mia attenzione. 

Flory Brown