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rain by cutereaper@deviantart |
Quel che
mi colpisce, ascoltando o leggendo della vita di chi vuole raccontarsi,
è la capacità di mescolare gioia e sofferenza, restituendo al testimone
un'immagine del sé perfettamente integra.
L'unione
delle esperienze, come delle sensazioni che, via via, attraversano
giornate senza spazio né tempo a dividerle da quel che sentiamo
d’essere, è un traguardo impervio e carico di mistero.
Si tende
a fissare l'attenzione sul recente accaduto, spesso sul ricordo più
tormentoso, nostalgico o perdutamente felice, dimenticando l'etereo
legame tra gli avvenimenti e le decisioni che ne conseguono.
A volte,
una tale armonia, è percepita come leggera marea che va e ritorna,
mentre scopre nuove terre ed altre ne sommerge, lasciandole annegare
nell'oblio.
Non che
ci si dimentichi davvero di quel che non serve più, ma è opportuno
dedicarsi a ciò che ha conquistato un posto nel presente: anche se nulla
è mai realmente scordato, ne svanirà il valore acquisito in un antico
istante.
Un'altra
straordinaria qualità dell'essere umano è quella di voler ridere pur
sapendo che, presto, ritroverà il suo inferno, di solito ricorrente,
talora impossibile da abbandonare e non certo per sua libera scelta!
Ebbene,
pur se gli occhi vestiranno di mestizia, il desiderio di tornare a
vivere fingendo un'allegria ben al di là da venire, spingerà i più accorti
ad accettare la sfida che la vita, generosamente, offre ai suoi figli:
riuscire a sopravvivere, sino al giorno dopo, sapendo d’aver onorato il
tempo ricevuto in dono.
Non
sempre, nel corso di un’esistenza, si conserva intatta la capacità di
sbeffeggiare quel che chiamano "il destino" e non è facile raddrizzare il
capo scrollandosi di dosso un opprimente senso di sconfitta!
Le mani accolgono una preghiera, se si è
fra i fortunati, le lacrime corrono a
rinfrescare un dolore bruciante senza che se ne tragga alcun sollievo.
Può andare
avanti così per giorni o mesi e imprigionare ogni risorsa, ma il cuore custodisce la volontà, la forza per fermare quel rivolo di
pioggia prima che diventi torrente e lasci solo il pallido ricordo di quel che eravamo.
Flory brown - 8 dicembre 2012